20 febbraio 2010

I giovani sono buoni? (- 1^ parte)

Io non sono seguace di Rousseau per il quale l’uomo nato  ‘buono’ per natura  viene poi 'incattivito’  dalla società in cui vive. Questa tesi l’hanno fatta propria i cosiddetti ‘rivoluzionari’ nel corso della storia per così giustificare il loro attacco violento nell' abbattere ‘la tirannia’ (spesso però innalzando subito dopo un potere più oppressivo e sanguinario del precedente..).
Io  invece credo nella imperfezione della natura umana e quindi nella presenza in ognuno della tendenza al male. Ma questo fatto non può giustificare il nostro cattivo comportamento, in quanto con l’avvento dell'età della ragione e con l'educazione abbiamo acquisito i mezzi per limitare questa inclinazione. I giovani ovviamente non sfuggono a questa regola.


Sono contrario perciò alla retorica che esalta la loro supposta superiorità e bontà e chi dice ‘i giovani sono buoni perché più vicini all’innocenza originaria’ per me sbaglia due volte, primo perché nessuno è veramente buono per natura, e secondo perché i giovani purtroppo, almeno quelli attuali, appaiono essere tutto fuorché veramente ‘buoni’.

Insegno ai giovani ormai da anni, li conosco abbastanza e voglio precisare che parlerò di quelli con età compresa tra i 15 e i 20 anni, non rientrando  nella mia esperienza le altre fasce di età . Inoltre il discorso che farò riguarderà la stragrande maggioranza dei giovani, non contemplerò la minoranza che fa eccezione e che di sicuro esiste. Quindi negli eventuali commenti non si intervenga dicendo ‘non è vero che tutti i giovani sono così, io ne conosco che…’ perché in tal modo si sfonda una porta aperta, in quanto da che mondo è mondo per ogni regola ci sta l’eccezione, e quindi ci sono giovani che non rientrano in questa analisi, solo che a mio avviso sono  una minoranza, una élite molto ristretta rispetto alla maggioranza..

Ecco quindi come vedo i giovani di oggi…

Un tempo le persone più anziane venivano rispettate anche perchè considerate  le più sagge a causa della loro esperienza. Al giorno d’oggi invece per i giovani le persone mature sono nella migliore delle ipotesi antiquate e nella peggiore dei rimbambiti. Questo comporta che quando genitori e insegnanti cercano di ‘consigliare loro’ con decisione un certo modo di comportarsi spesso reagiscono con rabbia, e alle volte quasi con odio. Loro, per la maggior parte, apprezzano solo gli insegnanti e genitori che li lasciano fare e che non li correggono. Mostrano perfino una certa ‘simpatia’ verso gli adulti che ritengono un po’ fuori di testa, li prendono in giro perché li considerano bonaccioni e quindi inoffensivi, e arrivano addirittura a costruire gruppi di loro fans su Facebook. Gli altri, quelli che cercano di insegnarli qualcosa e non sono disposti a tollerare i loro comodi, pur essendo apprezzati segretamente dai pochi che vogliono migliorare, dai tanti rimanenti vengono disprezzati più o meno manifestamente, e lo si vede ad esempio  a scuola quando inviano un genitore ben ‘montato’ a protestare per le presunte ingiustizie subite o un voto negativo ricevuto oppure quando attaccano i professori più seri, nei luoghi ‘democratici’ messi loro a disposizione dal sessantotto cioè nelle assemblee e  nei consigli di classe. E se non possono farlo in maniera manifesta, perchè magari per qualche motivo non  possono farsi scudo del branco, scrivono insulti sui muri o su internet  coperti dall’anonimato.
Qualcuno mi potrà anche dire che da che il mondo è mondo i giovani si sono sempre comportati più o meno così. Vero, se non fosse per un particolare che fa la differenza: adesso è  lo spirito di questi comportamenti che è cresciuto in quantità e in qualità, mostrando una cattiveria di livello elevato e senza la presenza del minimo senso di colpa. E da cosa è dipeso tutto ciò? A mio parere anche  dal fatto  che questi comportamenti per anni sono stati propalati e giustificati dai mass media e dai cultori post-sessantottini figli del pensiero ‘libertario’ della sinistra. Il messaggio che è stato lanciato era che doveva essere vietato vietare, che fosse quindi  giusto non obbedire a genitori e insegnanti e che i giovani, puri e buoni  per natura, avessero il diritto di contestare e ad avere tutto ciò che necessitava a soddisfare i loro desideri,  liberi così dalla oppressione  borghese e religiosa, e che quindi  fosse giusto ad esempio perdere la verginità e fare sesso il più precocemente possibile, anche con l’aiuto di pillola ed eventuale aborto, e che fosse anche lecito fare uso di droghe (e infatti l'uso di marjuana, alcool, cocaina, crack sono in aumento..con conseguenti stragi del sabato sera inclusi).
Come ho già detto in un precedente post, sembra inoltre che molti giovani ormai abbiano tagliato i ponti con noi adulti: semplicemente non ci riconoscono più come 'maestri'. Anche questo comportamento a mio avviso è figlio del messaggio ‘ciò che è passato è cattivo, cerchiamo il progresso, solo quello che è nuovo è buono e ci darà la felicità, noi siamo migliori di quelli che ci hanno preceduto’.
E visto che noi moderni siamo migliori di quelli che ci hanno preceduto, bisogna buttare a mare le tradizioni e soprattutto le credenze religiose. E ciò ha portato ad un aumento impressionante dell'ateismo.
Infatti dov’è Dio per i giovani moderni? Egli purtroppo si ritrova spesso nei loro discorsi  fatti di niente sotto forma di bestemmia, usata insieme ad altre parolacce per intercalare, ma per il resto Dio è completamente assente dalla loro vita. Presenti in primo luogo il sesso, lo sport e il gioco. Vero è che la giovane età richiede anche un po' di queste cose, ma la prospettiva di vita solo orizzontale senza la dimensione verticale, cioè quella della trascendenza, che vita è? A mio parere è una vita vuota e annoiata nel migliore dei casi, mentre nel peggiore è densa di depressione che non poche volte sbocca  in reazioni distruttive verso se stessi, gli altri e le cose che si hanno attorno.
Anche qui, di chi è la responsabilità? Prima si è fatto tutto un lavoro  di convincimento contro la Religione e la Chiesa e in questo  sono stati maestri i campioni più radicali del laicismo, mai stanchi di portare in evidenza il vecchio vessillo della massima ‘la religione è l’oppio dei popoli’, e questo fra l'altro  scrivendo testi di storia e filosofia adatti allo scopo e occupando posti influenti in scuole e università , assumendo così il ruolo di 'maestri', io direi 'falsi profeti' e araldi della dissoluzione, però  molto ascoltati dai giovani che alla fine si sono così completamente indottrinati. E adesso il  risultato di questo lavaggio del cervello  lo si vede anche su internet in cui  sulla Religione e  sulla Chiesa cattolica abbondano sentenze rozze, affrettate e superficiali, quasi sempre basate su falsa storia e leggende nere.
E ora che Dio è scomparso dall’orizzonte di molte persone e soprattutto dal pensiero di moltissimi giovani, i mass media ci mettono il carico da novanta perpetuando la cancellazione del divino e del trascendente dalle menti e dai cuori. Infatti nelle trasmissioni televisiva e nei film prodotti abbondano l’horror, quindi il demoniaco,  la magia,  la falsificazione romanzata della storia del cristianesimo (tipo il 'Codice da Vinci' o 'Angeli e Demoni') e i film  ‘commedia’ sulla vita delle gente, in cui il messaggio religioso è  totalmente assente o completamente stravolto quelle rarissime volte che c'è. L'unico riferimento esistente permesso dal 'politicamente corretto' che imperversa sovrano anche in questo campo, è  infatti alle volte quello relativo ad una specie di  religione a sfondo ecologico di tipo New-Age,  in cui viene divinizzata la natura e dove l'uomo, animale cattivo che la sfrutta, merita solo di essere distrutto (quindi meglio aborti e limitazioni delle nascite che la distruzione dell'alberello o la morte dell'uccellino...).
E i giovani, senza filtri culturali e scarsa capacità critica, assorbono e si adeguano vivendo così una vita materialistica piatta, triste e insoddisfacente perchè drammaticamente priva del necessario afflato  trascendente...

(fine 1^ parte) (leggi la 2^ parte)

1 commento:

  1. sono una giovane nonchè sua studentessa, molto credente in Dio e amante della fisica, mi sono sentita perciò in dovere di commentare quello che lei ha scritto, soprattutto dopo aver letto che lei, non ricevendo commenti dai suoi studenti, crede che questi non leggano i suoi post...
    lei si chiede perchè i giovani non hanno più un dialogo con gli adulti, perchè vogliono "tagliare i ponti" con chi ha già vissuto ciò che loro vivono....bene: il fatto è che soprattutto a scuola, ma anche in altri ambiti, come può essere la famiglia, l'adulto si pone come "indiscusso", cioè al di sopra delle scarne contraddizioni dei giovani, e spesso si sente offeso da queste; invece secondo me le contraddizioni dei giovani, anche se sbagliate, sono il prodotto di un ragionamento, che può essere anche smontato da una semplice risposta dell'adulto, ma che non deve essere assolutamente visto come un attacco!comunque, sono d'accordo con il fatto che molti link di Facebook siano superficiali, che questa società combatte per annullare l'interiorità e il pensiero di chi ne è sggetto, ma penso anche che sia molto importante l'educazione, improntata dalla famiglia!!il mio commento vuole essere solo uno spunto per ragionare, completamente aperto a contraddizioni, altrimenti risulterei incoerente con ciò che ho scritto prima.

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