24 dicembre 2011

Al Dio che allieta la mia giovinezza: il fascino della Messa antica


Ultimamente alcuni miei giovani studenti mi hanno chiesto com'è la Messa antica (cioè il rito 'Vetus Ordo') e perchè mi piace tanto.
Per questo, ripubblico un post che avevo scritto qualche tempo fa, dedicandolo a loro..
Il ‘Vetus Ordo’, cioè il rito della Messa antica e in latino, è per me di una bellezza notevole, perché  lo trovo solenne, con molti momenti di adorazione e  di lode, molto diverso dal nuovo rito ('Novus Ordo'), spuntato con la frenesia modernizzatrice postconciliare...
In tale rito, nato con il Concilio di Trento e su cui si sono formati fior di Santi, il sacerdote e i fedeli sono rivolti  verso il Tabernacolo, dove il Signore è veramente presente in Anima e Corpo..



In esso è fondamentalmente differente l'atteggiamento del sacerdote, serio ed  ieratico, al contrario di  quello  un po' chiassoso e dialogante del rito moderno.
Voi mi direte: ma non è meglio adesso?  A mio  parere no..
La Messa per me deve essere anche una occasione  per stabilire un contatto con Dio - e non solo con i 'fratelli' con cui posso già avere una comunicazione fuori dalla chiesa - e questo contatto con il Divino non può avvenire se si viene continuamente distratti dagli atteggiamenti e dalle parole del sacerdote che ci guarda e che guardiamo in viso, per non parlare poi  delle volte in cui vi sono canti con battiti o movimenti scomposti delle mani o lo scambiarsi segni della pace girando le spalle all'altare ... Insomma, forse per come è concepita la nuova Messa, con la libertà  data al celebrante di poter cambiare alcune cose, possono accadere, e spesso accadono, degli abusi...(anche se di frequente mi è capitato di seguire delle messe moderne fatte bene, lo riconosco).

Nella Messa ‘antica’ -  che  il nostro caro Papa Benedetto XVI ha riportato in uso, e che però, per la resistenza di molti vescovi, purtroppo viene celebrata solo in poche chiese - tutto avviene in maniera  seria e composta, non viene lasciata infatti la libertà di apportare cambiamenti, esistono numerosi momenti di silenzio in cui ognuno può  pregare - l’atmosfera solenne  immerge veramente nel mistero del Sacro - e il sacerdote e i fedeli sono rivolti verso il tabernacolo. La lingua  è quella latina e non quella che viene usata nella vita di tutti i giorni.
Già nelle parole iniziali questa Messa  fa intuire il diverso atteggiamento del sacerdote e dei fedeli verso Dio. All’inizio, ai piedi dell’altare, il sacerdote rivolto verso il tabernacolo comincia dicendo: 'Introibo ad altare Dei' (mi introdurrò nell’altare di Dio) e il popolo risponde ‘Ad Deum qui laetificat juventutem meam’ (al Dio che allieta la mia giovinezza).
I fedeli rispondono quindi, qualunque sia la loro età: ‘al Dio che allieta la mia giovinezza’ !

Riporto  il bellissimo ‘duetto’ tra il sacerdote ai piedi dell’altare, prima di salirne i gradini, e fedeli;  esso è il cosiddetto 'Introito' (le parole sono tratte dal mirabile Salmo 42) :


Sac. - Introibo ad altare Dei
(Mi accosterò all’altare di Dio)
Risp. - Ad Deum qui laetificat juventutem meam
(Al Dio che allieta la mia giovinezza)
Sac. - iúdica me, deus, et discérne causam meam de gente non sancta: ab ómine iníquo, et dolóso érue me.
(sii mio giudice, o Dio, e separa la mia causa dalla gente profana: liberami dall’uomo iniquo e ingannatore)

Risp. - Quia tu es, Deus, fortitúdo mea: quare me repulísti, et quare tristis incédo, dum afflígit me inimícus?
(poiché Tu, o Dio, sei la mia forza. Perché mi respingi? E perché devo andare mesto mentre mi affligge il nemico?)

Sac. - Emítte lucem tuam et veritátem tuam: ipsa me deduxérunt et adduxérunt in montem sanctum tuum, et in tabernácula tua.
(Irraggia la Tua luce e la Tua verità: esse mi guidino e mi accompagnino al tuo santo monte e ai tuoi tabernacoli)
Risp. - Et introíbo ad altáre Dei: ad Deum qui lætíficat iuventútem meam.
(E mi accosterò all’altare di Dio, al Dio che allieta la mia giovinezza)
Sac. - Confitébor tibi in cíthara, Deus, Deus meus; quare tristis es, ánima mea, et quare contúrbas me?
(Te loderò sulla mia cetra, o Dio, mio Dio. Perché sei triste, o anima mia? E perché mi conturbi?)

Risp. - Spera in Deo, quóniam adhuc confitébor illi: salutare vúltus mei, et Deus meus.
(Spera in Dio, poichè potrò lodarlo ancora, Lui che è la mia salvezza, ed il mio Dio).


(E dopo il Confiteor (il Confesso..) )
Sac. - Indulgéntiam, + absolutiónem, et remissiónem peccatórum nostrórum, tríbuat nobis omnípotens et miséricors Dóminus
(l’Onnipotente e misericordioso Signore ci conceda il perdono, l’assoluzione e la remissione dei nostri peccati)

Sac. - Deus, tu convérsus vivificábis nos.
(Volgendoti a noi, o Dio, ci darai la vita)
Risp- Et plebs tua lætábitur in te.
(e il tuo popolo si rallegrerà in Te)

Sac. - Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.
(Mostraci o Signore la tua Misericordia)
Risp- Et salutáre tuum da nobis
(E dà a noi la Tua salvezza)

Sac. - Dómine, exáudi oratiónem meam.
(O Signore esaudisci la mia preghiera)
Risp- Et clámor meus ad te véniat
(e il mio clamore giunga a Te)

(mentre poi il Sacerdote sale i gradini che portano all’altare dice:)
Sac. - Aufer a nobis, quaesumus, Domine, iniquitates nostras: ut ad Sancta sanctorum puris mereamur mentibus introire.
( Togli da noi, Te ne supplichiamo, o Signore, le nostre iniquità, affinchè meritiamo d’entrare con animo puro nel Santo dei Santi).


E sublime è anche quest'altra preghiera che il Celebrante recita mentre lava le mani:
Lavabo inter innocéntes manus meas: et circumdabo altare tuum Domine
Ut audiam vocem laudis, et enàrrem univérsa mirabìlia tua
Domine, diléxi decòrem domus tuae, et locum habitatiònis tuae
 Ne perdas cum impiis, Deus, animam meam, et cum viri sanguinum vitam meam
 In quorum manibus iniquitates sunt: dextera eorum repléta est muneribus.
Ego autem in innocéntia mea ingressus sum: redime me, et miserere mei
Pes meus stetit in directo, in ecclesiis benedicam te, Domine.
(Laverò con gli innocenti le mie mani e andrò intorno al tuo altare Signore 
Per sentire la voce di lode e narrare tutte le tue meraviglie
Signore io amo lo splendore della tua casa e il luogo ove abita la tua gloria
O Dio, non perdere con gli empi l'anima mia, nè con gli uomini sanguinari la mia vita
Nelle loro mani è l'iniquità: la loro destra è colma di doni
Ma io continuo nella mia innocenza: salvami ed abbi pietà di me
Il mio piede sta fermo nella retta via, nelle adunanze ti benedico o Signore).


E ancora nel Prefazio notevole è questa esaltazione della Divina Trinità:

Domine sancte, Pater omnipotens, aeterne Deus: Qui cum unigenito Filio tuo, et Spiritu Sancto, unus es Deus, unus es Dominus: non in unius singularitate personae, sed in unius Trinitate substantiae. Quod enim de tua gloria, revelante te, credimus, hoc de Filio tuo, hoc de Spiritu Sancto, sine differentia discretionis sentimus. Ut in confessione verae sempiternaeque Deitatis, et in personis proprietas, et in essentia unitas, et in majestate adoretur aequalitas, quam laudant Angeli atque Archangeli, Cherubim quoque ac Seraphim...
(Signore Santo, Padre onnipotente, Dio eterno, che col Figlio tuo unigenito e con lo Spirito Santo sei un solo Dio, un solo Signore, non nella singolarità di una sola persona, ma nella Trinità di una sostanza. Quanto infatti per tua rivelazione crediamo della tua gloria, il medesimo sentiamo, senza differenza o distinzione, e di tuo Figlio e dello Spirito Santo: affinchè nella confessione della vera sempiterna Divinità si adori e la distinzione nelle persone e l'unità nell'esistenza e l'uguaglianza nella maestà. Cui lodano gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini...)


E nel Canone (poco prima della consacrazione) mi colpisce quest'altra preghiera:

Hanc igitur oblationem servitutis nostrae, sed et cunctae familiae tuae, quaesumus, Domine, ut placatus acciapias: diesque nostros in tua pace disponas, atque ab aeterna damnatione nos eripi, et in electorum tuorum jubeas grege numerari. Quam oblationem tu, Deus, in omnibus quaesumus benedictam, adscriptam, ratam, rationabilem, acceptabilemque facire digneris...
(Ti preghiamo dunque, o Signore, di accettare placato questa offerta di noi tuoi servi e di tutta la tua famiglia; di disporre i nostri giorni nella tua pace, onde veniamo liberati dalla dannazione eterna ed annoverati nel gregge dei tuoi eletti. E tu o Dio, degnati, Te ne supplichiamo, di rendere questa offerta in tutto benedetta, ascritta, ratificata, ragionevole ed accettabile..).


E ancora, dopo la consacrazione:

Supplices  te rogamus, omnipotens Deus: jube haec perferri per manus sancti Angeli tui in sublime altare tuum, in cospectu divinae maestatis tuae...
(Supplichevoli Ti preghiamo, o Dio,onnipotente: comanda che queste offerte, per le mani del tuo Angelo santo, siano portate sul tuo sublime altare al cospetto della tua divina maestà...)


E durante la consumazione dell'ostia, il sacerdote dice (fra l'altro):

Perceptio Corporis tui, Domine Jesu Christe, quod ego indignus sumere praesumo, non mihi proveniat in judicium et condemnnationem: sed pro tua pietate prosit mihi ad tutamentum mentis et corporis, et ad medel percipiendam...
(La Comunione del tuo Corpo ch'io indegno ardisco ricevere, non mi torni ad accusa e condanna: ma per tua pietà mi giovi a rimedio e difesa dell'anima e del corpo...)

Quid retribuam Domino pro omnibus quae retribuit mihi? Calicem salutaris accipiam, et nomen Domini invocabo. Laudans invocabo Dominum, et ab inimicis meis salvus ero...
(Che renderò al Signore per tanti benefici che mi ha fatto? Prenderò il Calice della salute ed invocherò il nome del Signore. Con gioia invocherò il nome del Signore e sarò salvo dai miei nemici...)


E alla fine della Messa:
Quod ore sumpsimus, Domine, pura mente capiamus: et de muneri temporali fiat nobis remedium sempiternum. Corpus tuum, Domine, quod sumpsi, et Sanguis, quem potavi, adhaereat visceribus meis: et presta..
(Fa' Signore che accogliamo con animo puro ciò che abbiamo ricevuto con la bocca e che da dono temporaneo esso diventi per noi rimedio eterno. Signore, il tuo Corpo che ho ricevuto e il tuo Sangue che ho bevuto, aderiscano all'anima mia...)

Placeat tibi, Sancta Trinitas, obsequium servitutis meae: et praesta; ut sacrificium quod oculis tuae majestatis indignus obtuli, tibi sit acceptabile...
(Sia a te gradito, Santa Trinità, l'omaggio della mia servitù e fa' che questo sacrificio che io indegno ho offerto agli sguardi della Tua Maestà, sia accetto a te...).


E per finire, l'esorcismo, recitato perciò un tempo da milioni di persone, di cui non c'è più traccia nella nuova Messa!:
   
Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Impere illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude.
(San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, vieni in nostro aiuto con la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti su di lui il Suo impero, Te ne preghiamo supplichevoli; e tu Principe delle milizie celesti, col divino potere, incatena nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano nel  mondo per la perdizione delle anime).


 



 





 
 

1 commento:

  1. La Messa in latino non sarebbe a mio avviso una buona idea perche`, nonostante la solennita`, sarebbe di difficile comprensione per le persone e quindi inutile in quanto non riesce a portare alcun messaggio all'uomo. Inoltre la gente che va in chiesa non capirebbe neppure cio` che dice danda cosi` ragione agli atei quando ci danno dei pecoroni

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