26 agosto 2012

L'assenza di Dio e gli infiniti universi

Nella scienza contemporanea Dio è assente, la stragrande maggioranza degli scienziati rifiuta infatti di considerare anche solo come ipotesi il fatto che Egli esista e che abbia creato l’esistente. Ma questa esclusione attualmente ha delle conseguenze, fra l’altro essa influenza in un verso anziché in un altro le ipotesi  sulla struttura del Cosmo.

Da tempo mi interesso di due problemi fondamentali che per  la scienza sono irrisolti: 1) come è nata la vita e 2) qual è la struttura dell’Universo. A prima vista sembrano questioni scollegate ma in realtà non lo sono.
Il postulare infatti il Caso come creatore della vita, man mano che si scopre come anche l’organismo più semplice e primitivo conosciuto è di una complessità incredibile, ha come conseguenza il fatto che bisogna ammettere che 3 miliardi e mezzo di anni fa sulla nostra Terra si sarebbe verificato un evento eccezionale, l’assembramento casuale di componenti che danno origine all’essere vivente, tanto inusuale e improbabile, visti i numeri in gioco, che anche i suoi più ‘convinti’ sostenitori, se in buona fede, si trovano in difficoltà nel doverlo sostenere.
Ecco perché questo fatto, in maniera quasi silenziosa ma imperiosa influenza le ipotesi cosmologiche attuali. Vediamo perché…
Esistono in matematica essenzialmente due tipi di infinito: quello potenziale e quello attuale. Quello potenziale è un infinito nella possibilità, cioè un infinito nel senso ad esempio che possiamo dividere sempre a metà, e poi di nuovo a metà della metà e così via di seguito senza fine, un segmento, mentre l’infinito attuale è un infinito nei fatti, come ad esempio il dire, riprendendo l’esempio, che  un segmento è composto da infiniti punti. Ma in Fisica, pur appoggiandosi essa sulla matematica, i due tipi di infinito hanno molta difficoltà ad esistere. Infatti tanto per riprendere l’esempio del segmento, dividerlo in parti sempre più piccole ci farebbe incontrare gli atomi, e poi i quark e poi magari delle piccole entità non ulteriormente divisibili alternate a ‘vuoto’ (almeno allo stato nelle nostre attuali conoscenze), questo escluderebbe quindi sia l’infinito potenziale che l’infinito attuale: insomma nessuno dei due infiniti sembrerebbe essere possibile nella realtà ‘fisica’ delle cose. E infatti in fisica teorica, nella fisica dei campi, creata soprattutto da Feynman, si incontrano alle volte nei calcoli degli ‘infiniti’ che si cerca di eliminare anche con dei trucchi ‘contabili’ (con il procedimento detto ‘rinormalizzazione’) perché si ritiene giustamente che in Fisica non si possa avere a che fare sensatamente con l’infinito. O almeno così si riteneva; da alcuni anni invece, almeno a livello cosmologico, proprio per superare le difficoltà della nascita casuale  del tutto improbabile della vita nel nostro Universo, ci si è sbizzarriti nell’ipotizzare o l’Universo come un  infinito (attuale) nella sua estensione spaziale e  temporale o l’esistenza di un numero infinito (anche questo attuale) di Universi.
Cosa è successo in pratica?
Siccome è veramente temerario il dover supporre allo stato delle nostre attuali conoscenze fisiche, chimiche e biologiche, che la vita sia potuta nascere per caso in qualunque parte dell’Universo e nei 13,7 miliardi di anni della sua esistenza, a causa della estrema complessità della vita e della conseguente effimera, praticamente nulla, probabilità dell’evento, si sono allora fatte essenzialmente due supposizioni (che  esprimerò in maniera semplificata) : 1) la prima è che il nostro Universo è infinito (ed eterno) nella sua estensione spazio-temporale e quindi sarebbe possibile ipotizzare un numero infinito di sue parti (si parla di infinito attuale) in cui il caso avrebbe creato infiniti mondi uguali al nostro o simili, magari differenti solo per qualche particolare quale ad esempio il fatto che sarebbero privi di vita,  ma essendoci praticamente infinite copie del nostro mondo allora diventerebbe ‘sicuro’ che in almeno uno, anzi in infiniti, sia nata per caso la vita (fra l’altro portando alle estreme conseguenze l’ipotesi, esiterebbero infinite copie di noi stessi…); 2) la seconda invece ipotizza un numero infinito di universi (anche questo infinito attuale), nascenti continuamente da un fantomatico ‘Universo madre’, in cui le leggi della fisica sarebbero stabilite all’inizio in maniera casuale, e solo di tanto in tanto spunterebbero universi con leggi fisiche che permettono la vita, così come lo è il nostro…
Come si vede sono ipotesi estreme che fra l’altro sono anche di difficile se non impossibile verifica sperimentale e quindi viene anche da chiedersi se possono far parte del bagaglio scientifico o invece solo del mondo infinito (potenziale) delle idee in cui sono possibili tutte le ipotesi più strampalate e assurde che la fantasia possa immaginare e costruire..
Ma per adesso mi fermo qui in quanto all’analisi più dettagliata e alla critica di queste ipotesi cosmologiche ho intenzione di dedicare in futuro un intero post. Adesso voglio solo evidenziare il fatto che il rifiuto dell’esistenza di Dio, che deriva forse anche dalla difficoltà di accettare ‘razionalmente’ la sue caratteristiche di Essere eterno e infinito, ha in qualche maniera portato diversi scienziati (fra cui Hawking) all’ipotizzare l’esistenza di un 'Caso infinito' (in potenza) che avrebbe creato un  'numero infinito di universi' (un infinito attuale)!
La negazione dell'esistenza del Creatore non è quindi senza conseguenze, è anche causa  della nascita di ipotesi incredibili sulla struttura dell'Universo. Insomma per concludere e per dirla in maniera brutale: nella scienza contemporanea l’infinito, cacciato sdegnosamente dalla porta, adesso, alla chetichella, senza ammetterlo però apertamente,   è stato fatto rientrare dalla finestra!

12 commenti:

  1. Se poi pensiamo a tutti coloro che per non ammettere la Creazione dicono che siamo frutto di "esperimenti extraterrestri" mi viene veramente da ridere... a queste persone porrei questa semplice domanda: chi ha creato allora gli extraterrestri?

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  2. L'argomento è inversamente proporzionale poichè il cromagnoide (nostro progenitore) si è interessato alla divinità da quando prese coscienza della morte. La morte era ed è traumatizzante ai supestiti e solo una divinità potrebbe garantire una sopravvivenza dopo la morte. Infatti tutte le religioni hanno dovuto garantire un vivo interesse della divinità al quotidiano del prediletto uomo e garantire una vita oltre la morte della sua individualità. Nel tempo sono nate dalla mente umana migliaia di divinità e parecchie sono poi tramontate.
    Dopo Galileo abbiamo una concezione nuova dell'universo ed è stato messo in discussione il concetto creazionista. Se il creatore ha problemi galattici
    può interessarsi di noi? Abbiamo preso coscienza di essere una piccola particella che vive su di un pianetino di una stella nana ed appartenente ad una modesta galassia!
    Che senso avrebbe aver costruito miliardi di stelle con miliardi di pianeti per poi interessarsi di un elemento (umanità) infinitesimale?
    A meno che non c'è un Dio di tante divinità planetarie e noi siamo capeggiati dal Dio a nostra immagine somiglianza.
    Però se i suoi rappresentanti umani sulla terra proclamassero che la nostra individualità non può più essere garantita la fede nell'umama gente svanirebbe.
    In relazione al vivere sociale e della cultura filosofica si sono affermate alcune credenze.
    Il creativismo è conseguenziale poichè l'umana gente si distingue dal mondo animale per la sua creatività e pertanto il suo Dio non può prescindere dal creare.

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    1. Noto che nei suoi commenti anche in altri post, lei fa delle affermazioni un po’ apodittiche, che dà per vere senza neanche porsi il problema di dimostrarle. Quando non si possono provare le cose che si dicono, perché essenzialmente prove non ce ne stanno o non si trovano, sarebbe per lo meno prudente iniziare il discorso con un ‘Ritengo che…’ oppure ‘E’ mia opinione che…’ oppure ‘Forse…’. Se lei vuole professare la sua fede ateistica è liberissimo di farlo, ma riconosca almeno però che le sue sono affermazioni che non è detto che esprimano la verità delle cose, ma solo sue convinzioni o forzature interpretative di risultati ‘scientifici’ controversi e tuttora in discussione, che non si possono però considerare Scienza. Asserzioni non dimostrate (i dogmi) le fa pure la religione, ma almeno essa dice chiaramente che sono indimostrabili perché di origine divina...

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  3. Affermare che l'umana gente sarebbe interessata solo accademicamente alla esistenza o meno di una divinità se non fosse garantito il mantenimento della propria individualità dopo la morte non è una presunzione!
    Direi che è una "sine qua non" altrimenti l'agnosticismo regnerebbe sovrano.Certo che siamo nel mondo dell'ipotesi ma è anche vero che all'umana gente piacciono più le cose gradite che quelle sgradite.
    Pensare di finire ed essere sono un ricordo nella memoria dei viventi non è per nulla gratificante.
    La mia è una riflessione non uno sbandieramnto di una verità, ciò non toglie che una divinità ci interessa se si occupa di noi e dei nostri problemi!

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    1. Carissimo Gios, in effetti, come ha cercato di farle notare il prof. Canto, lei ha una spiccata tendenza a fare affermazioni apodittiche, però ha la pretesa di farle passare come dati assodati. Vorrei capire su quale base lei afferma che l’umanità non sarebbe interessata a Dio se non fosse garantita la salvezza della propria individualità. Credo invece che la religiosità dell’uomo abbia la sua radice più profonda nel bisogno di senso, non nel bisogno di superare la morte. Del resto, moltissime religioni non si preoccupano affatto di salvare l’individualità personale, eppure riscuotono, da millenni, un enorme successo. Non è affatto vero che una divinità, per interessarci, deve per forza occuparsi di noi e dei nostri problemi. Lei stesso, in altri post su questo blog, ha affermato di essere un panteista, di credere cioè nel dio natura. Non mi risulta che il dio natura abbia la benché minima preoccupazione nei confronti dell’umanità, eppure lei crede nel dio natura.

      Sa cosa penso? Lei dev’essere molto giovane e molto interessato al cristianesimo. Saluti.

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  4. Feci anni fà una fornitura al tempio buddista di Assisi ed in quella occasione ebbi una disquisizione con un bonzo. La religione buddista ha trovato l'escamotage,come daltronde fà riferimento anche lei,cioè andare verso l'assoluto con la reincarnazione per poi annullarsi.Quando manifestai il mio pensiero mi disse. Lei è all'ultimo stadio della reincarnazione poichè ha già preso coscienza dell'arcano.
    Le religioni filosofiche inventano spiriti buoni e spiriti maligni che vegliano su di noi ad ogni buon conto una continuità della vita nelle varie forme la debbono sempre garantire.
    Ma daltrone se noi finiamo,credere o non credere in una divinità conta poco o nulla.
    Meglio amare la Natura con i sensi che ci ha dato e dopo mi rifaccio alla frase del Foscolo:" Sol chi non lascia eredità d'affetti poca pace avrà nell'urna" e poi "all'obra dei cipressi e dentro l'urna e forse il sonno della morte men d'uro?" e poi "Un dì che nozze, tribunali ed are fecer l'umana gente esser pietosa di se stessa e d'altrui" e poi come disse Pirandello "così è se vi pare".
    Amen dal dio Amon primo dio monoteista da cui (sembra) seguì la religione di Mosè.

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    1. Se non cita gli studi filologico-linguistici sulla (presunta) derivazione della parola amen dal dio solare egizio Amon la sua uscita è puramente apodittica.
      Tra l'altro il culto del dio Amon non era affatto monoteistico, trovandosi in mezzo a una selva di altre divinità; sicuramente lo confonde con il dio solare Aton, introdotto dal faraone Akhenaton (Ahmenotep IV). Tuttavia le ricordo che cercare somiglianze tra il culto solare di Aton e il culto a Jahve/El'Hoim/Dio biblico è assai arduo, in quanto l'unica conferma è cronologica: allo stato attuale delle conoscenze- comunque opinabile- parrebbe che Mosé sia successivo al "faraone eretico". Un po' poco.

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  5. Il mio finale nel post ha poca importanza. Ho fatto un riferimento storico anche se mi interesso pricipalmente di preistoria.
    Le mie osservazioni vertono su altro e cioè sull'individualità.
    Tutte le religioni fanno perno sull'individuo e la divinità è interessante solo se si occupa dell'individuo.
    Se, qualsiasi tipo di divinità, non si occupa dell'individuo all'individuo interessa relativamente poco o niente, solo ed esclusivamente da un punto di vista accademico. In tutte le omelie funebri sento sempre nominare un Dio che ci attende, ci accoglie per avviarci alla vita eterna.
    Ora, nel terzo millennio, mi sembra che sia egoistico e presuntuoso pensare ad un Dio che si occupa dei nostri problemi con una miriade di galassie e nebulose e buchi neri da gestire.
    Cerchiamo di essere in pace con noi stessi senza ricorrere a terzi.
    Credo che sia più onesto e coerente!

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  6. La sua affermazione mi pare un pò "bizzarra". Perchè mai dio dovrebbe interessarsi più alla gestione dell'universo invece che occuparsi dei problemi dell'uomo? Se esistono delle leggi fisiche, mi sembra ovvio, che l'universo sia in grado di gestirsi da solo, senza l'intervento divino. Quanto all'uomo, credo che se dio intervenisse per risolvere ogni problema, dovrebbe risolvere anche quello della morte, prospettandoci dunque una vita felice, eterna e priva di ogni sofferenza. La terra finirebbe così per essere il paradiso, dunque, un luogo alquanto limitato in cui staremmo di certo tutti molto più stretti. In conclusione, siccome è tutto troppo perfetto, a mio avviso, per ritenere che sia frutto del caso, un dio interventista come sostiene lei credo non potrebbe mai esserci, perchè non troverebbe una collocazione "razionale" nell'ordine "materiale" delle cose.


    PS. Complimenti per il blog, prof., leggo sempre i suoi post con molto piacere.

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  7. Complimenti! Anche Lei è un panteista. Godiamoci la natura in tutte le sue sfaccettature.
    Giustamente come cromagnoidi non ci rassegnamo a dover perdere la nostra individualità.L'Homoposterus avrà rinunciato alla sua individualità ed allora vivrà in un'altra dimensione,quella del forrmicaio.
    La coscienza sarà solo collettiva e non più individuale.

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    1. Lei fuma troppo pesante. Smetta di fumare e vedrà che starà meglio. Glielo dico per esperienza personale.

      Saluti e... buon Natale.

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  8. credo vi siate scannati per dei semplici virtuosismi retorici, qualche sofismo di troppo. inviterei le persone a lasciar da parte l'orgoglio e la presunzione e di seguire il cuore. questi sono temi che poco lasciano alla sicurezza concettuale.

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