4 dicembre 2010

Mistica e dintorni: Maria Simma e le anime del Purgatorio (2^ parte)

Secondo Maria Simma il Purgatorio sarebbe suddiviso in un grande numero di livelli di diverso tipo. Le anime che stanno nel livello più basso sono ancora soggette all’attacco dei demoni, perchè è contiguo con l'inferno.
Il Purgatorio più profondo infatti è il più penoso, si potrebbe chiamare ‘cerchio degli erranti’, qui si trovano le anime ancora legate alla terra ma prive di qualunque riferimento con essa. Queste anime non conoscono il loro futuro e la loro condizione è quella di un presente penoso e pieno di incognite. E’ come un inferno temporaneo.








Un livello superiore ma molto doloroso e quello che si potrebbe chiamare ‘cerchio dell’oscurità’. In esso, come in quello precedente, l’anima non sa nulla del suo destino né di Dio. Si ritrova costretta a ritornare col pensiero al male fatto in vita, è un ricordo martellante e continuo, unito al sentimento di impotenza e di impossibilità a riparare questi errori.

Ancora più su vi è un livello che si potrebbe definire ‘degli adoratori di idoli’. Qui si trovano le anime di coloro che in vita adorarono tutti gli idoli umani, quali ad esempio le loro ambizioni, mettendoli al posto di Dio. Adesso queste anime possedendo la consapevolezza dell’esistenza e della bellezza del vero Dio, ne sentono una nostalgia grandissima, vorrebbero pregarlo e adorarlo ma non possono vederlo e il ricordo delle colpe passate non fa che accrescere la pena.

Vi è poi anche un livello che si potrebbe definire ‘dei corresponsabili’, qui sono quelli che hanno aiutato o indotto gli altri a fare il male. Questi vorrebbero liberarsi dei ricordi dolorosi della loro vita segnata da complicità con il male, ma non vi riescono e percepiscono ora tutti i sentimenti di vergogna e pentimento che non conoscevano nella vita terrena.

Risalendo un po’ si trovano altri livelli fra cui quello che si potrebbe definire ‘del riconoscimento delle conseguenze’. Anche questo è assai doloroso. Qui le anime vedono le conseguenze dei loro atti terreni sbagliati, le ripercussioni che questi hanno avuto sui figli, nipoti e pronipoti. Ciò risulta molto doloroso per quanti hanno seminato teorie nonché modelli di pensiero e di comportamento contrari alle leggi divine.

Ancora salendo si trova il livello che si potrebbe definire ‘della solitudine’.
Qui si trovano quelli che in vario modo durante la vita si sono dedicati ai bagordi, all’edonismo sfrenato senza dedicare mai tempo allo spirito. Qui si ritrovano in assoluta solitudine a meditare su quanto vuota sia stata la loro vita. Si trovano in una situazione come quella di chi è in una casa vuota senza porte né finestre.

Ancora salendo si trova il livello che si potrebbe definire ‘della turbolenza’.
Qui si trovano quelli che durante la vita sono stati profondamente egoisti, poco o nulla curandosi dei fratelli. Coloro che furono concentrati su se stessi tanto da provocare dei danni al prossimo sono qui tormentati e sballottati da una perenne turbolenza, da rumori e affanni.

Più su si trova il livello che si potrebbe definire ‘delle speranze ingannevoli’.
E’ destinato a quanti in vita mancarono costantemente di parola. La loro pena è di ritrovarsi perennemente  delusi perché costantemente convinti di trovarsi alla fine del loro Purgatorio ma sempre costretti a constatare che la sua fine è ancora lontana. In pratica sono immersi in un perenne meccanismo di speranza e delusione, che durerà fino a quando non avranno lavato ogni loro macchia della loro colpa.

Ancora salendo si trova il livello che si potrebbe definire ‘dell’unica vera penitenza’.
Questo è il Purgatorio più comune, attraverso il quale devono passare per espiare tutte le anime che hanno macchie da lavare. Mentre negli altri livelli più bassi l’anima è tormentata continuamente dal pensiero di aver offeso il proprio Creatore, qui l’anima capisce di non aver corrisposto alla chiamata di amore del Signore. Essa ripercorre con la massima chiarezza tutti i momenti della propria vita in cui avrebbe potuto mettersi nella retta via eppure non l’ha fatto. Capisce di aver sprecato i propri talenti e soffre quanto più è stata dotata di doni da Dio, doni che ha sprecato. Questo Purgatorio dura fino a quando anche la più piccola macchia non è stata lavata.
Alla fine si passa all’ultimo livello, quello che si potrebbe definire ‘neutrale’. Qui l’anima prova grande gioia e non soffre più. Si trova come un naufrago approdato in un’isola. Attende di recuperare le forze e anche se non sa quando, aspetta con trepidazione il momento di potrà entrare in Paradiso. Può capitare anche che debba attendere finché qualcuno per lei, in terra, non si occupi di riparare un determinato bene da lei distrutto, danneggiato oppure trascurato durante la sua vita.

Sia ben chiaro comunque che le preghiere e le messe di suffragio possono servire moltissimo a tutte le anime del Purgatorio per poter abbreviare il tempo di permanenza in un livello e  passare al successivo o magari andare direttamente in Paradiso…
(continua con la 3^ partecontinua a leggere altri Post facendo click qui
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1) Nello scrivere questo Post ho  usato interviste a Maria Simma pubblicate nei seguenti libri:

a) Marino Parodi – Il testamento di Maria Simma – Edizioni Segno

b) Nicky Eltz – ‘Fateci uscire da qui!’ – Edizioni Segno

c) Maria Simma e le anime del Purgatorio – Edizioni Segno

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